…L’angelo tacque; si lasciò sprofondare sotto il peso dei due uomini, i suoi splendidi riccioli furono inghiottiti dal fango gorgogliante, mentre le sue braccia monche sembravano conficcarsi sempre più a fondo nelle viscere della terra.
Dipinto su carta Hanji, rappresenta un paesaggio sovrastato da un cielo dorato. I caratteri e i frammenti del testo sono tratti dai libri Jikji, il più antico libro stampato con caratteri di stampa metallici mobili, in Corea nel 1377. Frammenti di parole emergono o scompaiono nel cielo e nel paesaggio. Sono tracce di parole, segni che emergono da un lontano passato.
L.B.
La poesia “Nell’occhio del cervo verde” del poeta coreano Pak Mogwol mi ha suggerito molte immagini. Ho pensato ad un cervo immerso nella natura di una foresta, mentre guarda una nuvola che impavida rotola nel cielo in tempesta e cambia continuamente forma, ora attratta dallo splendore del sole ora rilassata in un cielo rasserenato.
L.B.
Il libro Gatto Civetta mi ha fatto ritornare all’illustrazione con immagini realistiche rappresentanti il testo, è una storia londinese di donne, gatte, alberi… è composto da due libri, una striscia di progettazione e il libro definitivo.
L.B.
Dopo essere risalito dall'Ade senza Euridice, Orfeo vaga per tre anni da solo. Dalla Tracia passa in Asia Minore, raggiunge l’oriente, ritorna in Europa. Dorme dove capita, suona raramente la cetra, viaggia a piedi e ogni tanto scrive delle cartoline a Euridice, che naturalmente non risponde. Sembra un profeta sudicio. Qualcuno lo scambia per un indovino e gli chiede di leggere il futuro. Muore di cancrena in un asilo per poveri, diretto da suore. Gli amputano prima la gamba sinistra, poi la destra e infine le braccia. Solo la testa continua a parlare come una radio disturbata da silenzi, scoppiettii, interferenze. Le sue parole sono incomprensibili.
A.P.
L'ho inteso come un libro da portarsi in viaggio, aprendolo in spazi abitativi diversi dal quotidiano, lo sento come avere con sè una piccola cosa preziosa.
L.B.
Le lettere dell'alfabeto, galleggiano diritte o sghembe su cartoncini neri, sono stampate con vecchi caratteri di legno. I fondi rimandano per colori e trasparenze ai ricordi di pagine guardate con stupore ed attenzione: codici miniati, capolettere di manoscritti, i libri delle ore...
L.B.
Questi lavori sono istanti, frammenti, dove la natura viene fermata nell'attimo dell'accadi-mento. Un seme che cade, un'ala d'insetto trasportata da un'onda, il riverbero di luce su una conchiglia consumata. Ho usato la carta hanji perché resistente, trasparente, duttile, con questo materiale ho fatto impronte di semi e conchiglie, tinto e sovrapposto molti strati di carta fissandoli poi al plexiglass con frammenti di metallo.
L.B.
L.B.
L’oggetto esposto si presenta come una forma composita. Il reggilibro, intagliato in legno di frassino, è sorretto da esili cilindri che a loro volta si inseriscono in semisfere fresate per contenere, nei canali circolari le varietà degli inchiostri. Il tutto regge l’elemento tematico: libri d’artista. Uno di questi si presenta come un piccolo volume corredato con scritti e con carte che ne visualizzano i contenuti.
Le placchette in rame che emergono dalle pagine, sono chiose per memorizzare la lettura e segnare i fogli. Il secondo libro si sviluppa in un unico foglio, ripiegato con struttura a soffietto, sul quale sono impressi segni che alludono ad emblemi per ex libris. A lato del reggilibri sono assemblati elementi che in modo difforme dalle usuali proporzioni sono riconducibili agli strumenti della stampa e della rilegatoria. L’ampia forma con manico in pelle e blocca mano in rame ha la funzione di taglia risme di carte. Nel contempo è intesa come base portante per altri strumenti di lavoro come gli aghi per cucire i fogli, i punzoni, i separatori di pagine, i fili. Le proporzioni sono volutamente alterate per meglio visualizzare le specifiche funzioni.
Carta fatta a mano con l’intento di suggerire, come spunto degli haiku scelti, la schiuma del mare, le ali di farfalle, il cielo illuminato dalla luna. Sono fogli da tavolo collocati come su steli di un fiore, si possono spostare sullo stelo contorto secondo il capriccio del momento, sono attimi e sensazioni fermati dopo la lettura di testi carichi di evocazioni poetiche e che rimandano all’incanto della natura.